il movimento anti-globalizazzione dove e' fin

la voce del buon senso 25.06.2007 00:00
analisi della degenerazione del movimento anti-globalizzazione
In questi tempi difficili la presenza del movimento anti-globalizzazione è asolutamente necessaria.purtroppo questo movimento, dopo la fiammata di seattle e poi di genova, è in crisi profonda.non fatevi ingannare dai milioni che hanno marciato contro la guerra in iraq: non si tratta in nessun modo di un movimento contro la globalizzazione.il movimento di protesta contro lo strapotere delle multinazionali sull'economia mondiale, la scienza trasformata in mero strumento di profitto, il consumismo sfrenato insostenibile per il pianeta, è un movimento quasi morto ormai.è stato sostituito da un movimento che raccoglie gente comune dalle idee politiche più varie, accomunata dalla contrarietà alla guerra in iraq, e spesso, dal loro sostegno ai palestinesi.l'interesse di questo movimento, ad eccezione di alcune frange minoritarie, per i temi della rivolta di seattle, è quasi zero.invece di prendere di petto il capitalismo globale, hanno elevato a causa universale la complessa questione del medio oriente.alcuni di loro sposano un semplicistico ed interclassista anti-americanismo che li potrebbe portare a sostenere paladini dell'europeismo quali uno chirac (responsabile degli esperimenti nucleari a mururoa), violenti demagoghi ultra-capitalisti come un putin, corrotti despoti nazionalisti quali assad e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda l'effetto serra, il loro atteggiamento può limitarsi ad una condanna del rifiuto americano di firmare il protocollo di kyoto, che è comunque una misura assolutamente insufficiente, ma non potranno mai condannare il sistema globale del consumismo e del profitto, per non alienare i loro nuovi amici potenti.
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